
Testi liturgici: Gb 7,1-4.6-7; I Cor 9,16-19.22-23; Mc 1, 29-39
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Abbiamo appena ascoltato il brano evangelico. In esso risultano evidenti tre azioni che Gesù abitualmente compie per quella gente e che oggi continua a compiere per la sua Chiesa e per ciascuno di noi.
Quali sono? Ne emergono chiaramente tre.
La prima azione sono le guarigioni. Egli le opera negli incontri con la gente durante la giornata. Le compie sia per le malattie fisiche, sia per quelle procurate dai demoni: “Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni”.
La seconda azione è quella della preghiera. Egli la mette in atto recandosi al sabato nella sinagoga, in quanto componente della comunità; poi non trascura quella personale, ritirandosi al mattino presto in luogo silenzioso.
Fa questo innanzitutto per mantenere il suo profondo rapporto col Padre, in secondo luogo per intercedere a favore degli altri, dovendo iniziare i contatti con loro: “Al mattino presto si alzò quando era ancora buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava”.
La terza azione è quella di vederlo in un movimento continuo, di luogo in luogo; questo lo fa per annunziare il suo vangelo, cioè la buona notizia, quella del dirci che il Padre celeste ci ama e vuol salvarci: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”.
Ho detto pocanzi che Gesù continua anche oggi a compiere le stesse cose per noi. Però, purtroppo, noi spesso non ce ne accorgiamo, non ci rendiamo pienamente conto.
Che fare per farci veramente interpellare da lui, in modo che possa efficacemente intervenire a nostro favore? È proprio qui il problema!
Vediamo di rifletterci con alcune asserzioni e con la relativa domanda.
La prima. Anche noi abbiamo malattie fisiche da curare.
La domanda. In esse ci fidiamo solo dei medici e della medicina, oppure anche ed innanzitutto di Gesù? È lui, infatti, il primo medico e la prima medicina sia delle anime che dei corpi.
La seconda. Anche noi facilmente cadiamo in peccato.
La domanda. Andiamo con frequenza a confessarci, per essere perdonati? Ammesso che vi andiamo, questo lo facciamo solo per essere perdonati, oppure anche per avere la grazia e la forza di non cadere più nel peccato?
La confessione, infatti, è anche medicina preventiva e cura ricostituente.
La terza. Anche noi abbiamo persone che ci odiano e che spesso ci fanno del male. A volte queste persone trovano mediatori per rendere più devastante il male stesso. Molti, purtroppo, camminano sulla stessa linea. Per togliere questo male vanno da cartomanti, fattucchieri e simili. Non si rendono conto che facendo questo non solo commettono peccato, ma anche peggiorano la situazione.
La domanda. Noi facciamo altrettanto oppure andiamo a chiedere l’aiuto e la benedizione da Gesù che, come detto pocanzi, è il vero medico ed è la vera medicina sia dell’anima che del corpo?
La quarta. Anche noi abbiamo bisogno di conoscere la verità. Egli interviene continuamente per dirci tale verità.
La domanda. Noi lo ascoltiamo e crediamo a lui, oppure crediamo di più alle opinioni degli altri, a quello che dicono i mezzi di comunicazione, quali la televisione e i giornali?
Dobbiamo renderci conto che il più delle volte quello che è detto e scritto da costoro è falso, volutamente viene nascosta la verità.
Dobbiamo prendere atto che solo Gesù può dire, come ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita”.
Eloquente, a tal proposito, è stato un versetto del salmo responsoriale con cui è detto che il Signore: “Risana i cuori affranti e fascia le ferite”, al quale giustamente abbiamo risposto con: “Risanaci, Signore, Dio della vita”.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello