Omelia delle domeniche e feste Anno B
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
9 dicembre 2025 * S. Siro vescovo
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NicodemoTesti liturgici: 2Cr 36,14-16.19-23; Sl 136; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21
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Il racconto della prima lettura è cominciato così: “Tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà”.
Ricalca alla lettera la situazione del mondo di oggi, compresi i cristiani.
In altre parole, non ci si fida più pienamente di Dio: vi sono altri dei, altri interessi, altre schiavitù.
Quella volta il Signore non mancava di richiamare, ammonire e invitare alla conversione: “Il Signore mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole, e schernirono i suoi profeti”.
Cosa è avvenuto allora e cosa può avvenire oggi, quando si fa di testa propria e non si ascolta il Signore?
Si va a finire male. Abbiamo sentito cosa è successo quella volta: “I nemici incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme. Il re dei Caldei deportò a Babilonia gli scampati alla spada che divennero suoi schiavi”.
Cosa succederà ai cristiani di oggi e al mondo intero?
Ognuno può essere in grado di tirare le conclusioni.
Comunque, a guardare i fatti che stanno accadendo, non sembra che le cose si mettano bene.
È un grande richiamo, soprattutto a noi cristiani.
Non basta essere consapevoli che il Signore ci ama ed è misericordioso, cosa che la seconda lettura ha sottolineato: “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere in Cristo”.
Però,se da parte nostra non c’è l’impegno per osservare la legge di Dio, la sua opera di misericordia viene vanificata.
Dobbiamo tener presente, pertanto, che se la nostra fede non cresce ogni giorno in una conversione continua, languisce e poi finisce del tutto.
Quanto tempo gli Israeliti sono stati schiavi a Babilonia?
Per settanta anni. In tali anni hanno riconosciuto il male commesso, si sono pentiti, si sono convertiti. Ogni giorno pregavano il Signore perché li avesse riportati in patria.
Ciò è avvenuto. Il Signore si è servito di Ciro, re di Persia, appartenente ad un altro popolo.
Non sappiamo, oggi, come e di chi il Signore si servirà per farci riacquistare la vera fede.
Il Vangelo ribadisce l’argomento.
A Nicodemo Gesù illustra una verità tanto semplice quanto rifiutata dagli uomini.
In altre parole, dice che il peccato ci fa vivere nelle tenebre. Chi vive nelle tenebre non vuole venire alla luce, la rifiuta e si allontana sempre più da essa, perché non vuole che si scoprano le proprie cattiverie e opere malvagie.
Chi, invece, cerca la verità, anche se con fatica e a prezzo di sacrifici, pian piano cammina verso la luce vera, quella che solo Dio ci dona.
Secondo Gesù, c’è solo un’opera veramente malvagia, da cui dipendono tutte le altre: rifiutare Lui, la sua persona.
Chi rifiuta il Signore Gesù vive perennemente nelle tenebre, e, per un meccanismo perverso, non ne vuole uscirne; anzi gli danno fastidio coloro che vivono nella luce, come darebbe fastidio, a chi si trova nel buio, l’improvvisa luce abbagliante.
Ecco perché tali persone perseguitano quelli che vivono nella luce. i quali, a loro volta, sono costretti ad andare contro corrente.
Ci aiuti il Signore a cercare la sua luce e vivere sempre da essa illuminati.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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