Omelia delle domeniche e feste Anno B
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
9 dicembre 2025 * S. Siro vescovo
itenfrdeptrues

IMG 3302 adorazione2Testi liturgici: Gen 2,18-24; Sl 127; Eb 2,9-11; Mc 10,2-16
Per documento: clicca qui
Oggi siamo chiamati a riflettere, direi d’obbligo, su un tema di grande attualità, cioè sulla dignità del matrimonio e della famiglia, luogo in cui, in maniera particolare ed evidente, si è chiamati ad esercita l’amore.
Il matrimonio è una delle vie privilegiate per questo esercizio di amore, anche se in ogni stato di vita siamo chiamati a donare amore e ricevere amore. Se questo non avvenisse, non ci realizziamo e la vita fallisce.
Il Signore non vuole che si viva nella solitudine. Purtroppo, non amandosi, quanta solitudine! Questo, anche nel matrimonio, pur dormendo sullo stesso letto.
Nel matrimonio l’amore tra un uomo e una donna è un dono di Dio, talmente prezioso e puro, che pochi, purtroppo, riescono a comprenderne il significato profondo, tanto che normalmente viene banalizzato.
Ma, veniamo al Vangelo.
Anche qualcuno di noi potrebbe rifarsi alla norma della legge mosaica in forza della quale si poteva ripudiare la moglie.Se era permesso quella volta, perché non ora? Che male c’è fare divorzio?
Si tratta di mettere a fuoco alcune cose. Innanzitutto, si tratta di capire il perché di quella norma. Poi, si tratta di entrare in uno spirito, quello della fede.
Il ripudio, contemplato nella legge di Mosè, era un atto giuridico, non un capriccio per futili motivi. Tale forma giuridica di ripudio, permesso solo al marito, era stata resa necessaria come tutela per le donne dato che, per ripudiare una moglie, bisognava renderne pubblici i motivi validi e di fronte a testimoni.
Il libello del ripudio non era un valore, ma era solo il modo meno ingiusto per arginare l’incapacità di vivere il valore stesso.
Era un qualcosa di analogo alla nostra prassi sulla “dichiarazione di nullità” del matrimonio. Attenzione! Non “annullamento”, come si è soliti dire.
Dimostrando, con un atto giuridico e attraverso testimoni, che quella celebrazione di sacramento escludeva le condizioni essenziali per la validità, viene dichiarato nullo e, quindi, come non ci fosse mai stato.
La risposta di Gesù, relativa alla problematica sul matrimonio, non è a questo livello di norme, ma a livello di fede.
Cioè, si tratta di capire il pensiero di Colui che ha istituito il matrimonio e la famiglia, cioè il pensiero di Dio.
Per conoscere questo, bisogna rifarsi alle origini e oggi lo abbiamo ascoltato dal libro della Genesi, reso ancor più chiaro dalla risposta di Gesù, il quale conclude dicendo: “L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”.
Qual è il significato profondo?
Il matrimonio è una realtà che vuol farci capire, anche se in maniera piuttosto pallida, le caratteristiche dell’amore che regna nell’ambito della Trinità e come sono quelle di Dio che ama tutti gli uomini e di Gesù Cristo che ama la Chiesa.
Come è l’amore di Dio e di Gesù Cristo nei nostri confronti?
È un amore fedele e misericordioso.
È fedele, lo è per sempre, non ci abbandona mai. Quante volte leggiamo nella Bibbia: “Non temete, io sono con voi!”. E Gesù: “Io sono con voi, sino alla fine dei tempi!”.
Chi divorzia mostra una immagine falsa di Dio, come se Egli, a proprio capriccio, non volesse più bene a qualcuno. Ma questo, in Dio, non avviene! Lui non divorzia mai da noi!
Inoltre, Dio perdona sempre e ridà fiducia.
Che immagine sarebbe quella di un matrimonio in cui si litiga sempre, o, peggio, non ci si perdona e non ci si impegna a ricominciare da capo, con buoni propositi?
Solo in caso estremo, per il vero bene della famiglia, potrebbe essere permessa una separazione, in attesa di un ricomponimento.
Analogamente a quello che fa Dio quando un peccatore si allontana da lui. Egli attende il suo pentimento per poterlo perdonare e ridargli fiducia.
Pertanto, temporanea separazione, sì; divorzio, mai!
Sac. Cesare Ferri, Rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

facebook

"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

Visite agli articoli
3721653

Abbiamo 609 visitatori e nessun utente online