Omelia delle domeniche e feste Anno B
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
9 dicembre 2025 * S. Siro vescovo
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18 Pane della vita
Testi liturgici: Es 16,2-4.12-15; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35
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Dicevamo, domenica scorsa, che non bastano i miracoli per crescere nella fede. Oggi ci viene confermata tale verità. Infatti, non è servita la manna nel deserto, non è servita la moltiplicazione dei pani operata da Gesù, perché facessero un salto di qualità nel creder alle meraviglie di Dio. Meraviglie che il Signore compie continuamente anche per noi di cui rendersene conto per lodarlo e ringraziarlo.
A quei tempi, infatti, non doveva il popolo di Israele ringraziare per la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto?
Ed invece ecco le testuali parole: “La comunità mormorò contro Mosè e contro Aronne. Fossimo morti per la mano del Signore nella terra d’Egitto quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatti uscire in questo deserto per farci morire di fame”.

È la tragedia di sempre, oggi quanto mai aggravata. Anche per molti di noi sembra che il vivere sia solo ingozzarsi di cibo, di bevande, di soldi, di successo, di ogni possibile soddisfazione, di emergenza stando al di sopra degli altri.

Quanti, purtroppo, si fermiamo a considerare la parte del bicchiere mezzo vuoto anziché di quella del mezzo pieno? Di fatto, anche se inconsapevolmente, ci adeguiamo al detto: “Si stava meglio quando si stava peggio?”.

In altre parole ci lamentiamo, brontoliamo, contestiamo, non ci sta mai bene come vanno le cose, ci teniamo a sottolineare il mal comportamento degli altri, ce la prendiamo sempre con qualcosa o con qualcuno. Insomma, siamo sempre insoddisfatti.

Questo comportamento potrebbe anche essere comprensibile se, a ragion veduta, è riferito al mal comportamento degli altri, ma è assolutamente inammissibile riferirlo a Dio.

Non è stato lui a mandare il Figlio Gesù per essere liberati da ogni schiavitù, a cominciare da quella fondamentale del peccato? Non è Gesù ad ottenerci ogni possibile aiuto per superare le non poche difficoltà? Non è lui a darci il vero pane per sopravvivere?

È proprio quello che ci ha detto: “Non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero … Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”.

Ognuno di noi ha sempre fame e sete di qualcosa e facciamo bene a cercarla, per essere soddisfatti.

Il brutto è che crediamo di riempire tale vuoto solo attraverso le cose. Non che siano tutte da scartare se bene utilizzate, però se manca il Signore a fondamento di tutto, il resto è solo surrogato e non soddisfa.

Per riuscire in questo non si tratta di fare chissà che cosa, come pensava la folla domandando a Gesù: “Cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”.

Chiara è la risposta di Gesù: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”.

Pertanto, è Gesù il vero pane per la nostra vita, è lui che soddisfa ogni nostro desiderio. Si tratta di crederlo veramente.

Per poter riuscire in questo egli si presenta a noi come “Parola”, da ascoltare; come “Eucaristia”, da celebrare; come “Presenza eucaristica”, da visitare ed adorare; come “povero e bisognoso” nella persona di altri, da comprendere ed aiutare.

Se mettiamo in pratica tutto questo, non avremo più di che lamentarci.

Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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