Omelia delle domeniche e feste Anno C
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
6 dicembre 2025 * S. Nicola
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2 Domenica C Nozze di Cana
Testi liturgici: Is 62,1-5; I Cor 12, 4-11; Gv 2,1-11
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“Qualsiasi cosa vi dica, fatela”,
così la Madonna ai servi della tavola.
Ebbene, la stessa cosa ripete a ciascuno di noi. Però, tutto sta ad accorgersi ed a comprenderlo bene.
In che modo venirne a conoscenza e come comprenderlo?

In tanti modi, ma anzitutto ascoltando e riflettendo sulla Parola di Dio; essa ci illumina per comprendere bene anche il retto significato di quello che sta accadendo nel mondo, nella vita di chi ci sta accanto, e in ciascuno di noi.

Ciò premesso, cerchiamo di capire quello che ci dice in questa domenica.

Cominciamo dalla prima. Quella volta, attraverso il profeta Isaia, il Signore si rivolgeva a Gerusalemme; oggi si rivolge alla nuova Gerusalemme che è la Chiesa e, quindi, a ciascuno di noi.

Essa afferma che siamo avvolti dall’amore di Dio.  Un amore che viene descritto con termini che fanno riferimento ad una festa di nozze, tanto da terminare con l’espressione: “Come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te”.

Si tratta di un annuncio che vuol portarci consolazione e speranza. In esso viene assicurato che Dio rimane sempre fedele, pronto ad accoglierci nuovamente, nell’ipotesi che ci fossimo allontanati da lui per il peccato.

Questo non è forse consolante? Ed allora, cosa fare di conseguenza?

Si tratta di decidersi di lasciare il peccato per essere nuovamente accolti fra le sue braccia. La Madonna continua a ripeterci: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.

Passiamo alla seconda. La Chiesa di Corinto era una comunità vivace e carismatica, ma con il rischio di due pericoli.

Il primo, quello di illudersi nel pensare che la presenza dello Spirito fosse sufficiente per vivere bene la propria vita cristiana.

Il secondo, quello di sopravvalutare indebitamente alcuni carismi (come quello delle lingue) a scapito di altri (come quelli del servizio).

Paolo interviene decisamente e precisa che tutto quanto abbiamo di bello e di buono, viene dallo Spirito, è solo suo dono. Anche se abbiamo dei doni singolari, non è bravura nostra. Pertanto, chi li ha non se ne vanti, chi non ne ha, non si senta umiliato.

Il motivo sta nel fatto che, al di là della varietà dei doni di ciascuno, c’è quello che li supera tutti ed è l’esercizio della carità. Pertanto, Paolo continua nel dire che i doni di ognuno, vanno messi in comune a vantaggio di tutti, allo scopo di edificare ed arricchire la comunità.

Cosa ci insegna?

Ci insegna che per tutto quanto abbiamo di buono e di bello, non c’è altro che ringraziarne il Signore, senza sentirci diversi o superiori agli altri, ma utilizzando il dono per il bene di tutti. Solo a questo punto viviamo la carità.

Passiamo all’episodio evangelico. Ci accorgiamo che anch’esso si muove in una festa di nozze, proprio per insegnarci una cosa importantissima. Vuol sottolineare che Gesù è lo sposo della Chiesa, qui simboleggiata da Maria che rappresenta tutti noi.

Cosa ci insegna?

Il comportamento di Maria ci insegna un modo straordinario di pregare, quello fatto di poche parole, ma tali che aprono il cuore del Figlio. Ed inoltre, ci insegna a pregare non tanto per sé, quanto per le necessità ed i bisogni degli altri.

E poi c’è da fare una costatazione. Che figura avrebbero fatto gli sposi se fosse mancato il vino? Se la gioia del pranzo e della festa è proseguita bene, questo è avvenuto in forza della presenza di Gesù.

Cosa ci insegna?

Ci insegna che la famiglia, nonostante le difficoltà e le prove di ogni genere, non crolla se c’è la presenza del Signore.

Purtroppo in tante famiglie questo manca. Quando il denaro prende il posto di Dio, quando il lavoro diventa una schiavitù tale che non fa trovare tempo di stare in famiglia, quando in essa non si prega, quando non si santifica la domenica, quando non ci si accosta ai sacramenti, l’armonia della famiglia stessa è lesa, essa va in crisi, con la conseguenza di non essere più capaci di resistere e superare le difficoltà.

Ecco come si spiega la situazione di crisi per tanti sposi e famiglie di oggi.

Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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