Testi liturgici: Bar 5,1-9; Fil 1,4-6.8-11; Lc 3,1-6
Per il documento: clicca qui
Nelle odierne letture abbiamo incontrate delle espressioni che sono analoghe, ed eccole.
Il profeta Baruc dice: “Dio ha deciso di spianare ogni alta montagna, di colmare le valli livellando il terreno”.
Giovanni Battista, riportando le parole del profeta Isaia, a sua volta dice: “Ogni burrone sarà riempito, ogni monte ed ogni colle sarà abbassato, le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate”.
Cosa vogliono dire queste espressioni, applicate a noi, nell’oggi?
Vogliono dirci che non dobbiamo avere paura di nulla, perché il Signore è con noi; sempre ci aiuta e ci libera, facendoci superare ogni prova e difficoltà.
Andiamo a rifletterci meglio.
Il profeta Baruc immagina la città di Gerusalemme come una persona che vede allontanare da sé i propri figli. A causa dell’invasione nemica, essi sono portati schiavi a Babilonia, dove rimarranno per molti anni. Ora, però, deve rasserenarsi perché la schiavitù è finita, sono liberi di poter tornare in patria.
Per riuscire meglio in questo, ecco che hanno dalla propria parte il Signore il quale proprio per loro spiana la strada, dando loro modo di percorrerla più facilmente.
Non è forse quello che capita nella nostra vita? Non ci sono anche in noi allontanamenti, schiavitù e ritorni?
Questo, vuoi o non vuoi, avviene nel duplice livello, sia in quello spirituale, come in quello del quotidiano.
Applichiamo a livello spirituale. Dobbiamo ammettere che ci sono allontanamenti dal Signore e poi il ritorno sui propri passi; vi è la caduta nei peccati e poi il pentimento; vi sono i buoni propositi fatti con grande fervore, e poi a volte l’abbandono di essi.
Applichiamo a livello quotidiano. Quante volte ci troviamo in situazioni difficili che non abbiamo né cercato, né voluto! Quante volte ci troviamo di fronte a fatti che ci addolorano, ci fanno soffrire e da cui, purtroppo, non sappiamo come poterne uscire!
Ebbene, nulla da temere, perché c’è il Signore che ci invita ad innalzare lo sguardo verso di lui, ad affidarci fiduciosamente a lui. Egli ce lo facilita, ce lo rende possibile, ci aiuta a superare tutto. Lo fa, come ascoltato, attraverso la descrizione simbolica dello spianamento della strada, resa non più tortuosa e impervia, ma comodamente percorribile.
Ovviamente, l’opera del Signore si realizza a patto che vi sia anche la nostra collaborazione, quella che si può definire anche come una “conversione” continua.
La “conversione”, infatti, non è – come pensano alcuni – un fatto del passato più o meno lontano, valido una volta per tutte, ma è un evento giornaliero, perché nessuno di noi è mai convertito abbastanza, nel fatto di non sapere cosa il Signore vuole di preciso in quella giornata.
Per meglio comprenderlo, può servirci una similitudine. Se un giorno abbiamo ripulito a fondo la casa, non per questo siamo dispensati dal doverla continuare a ripulire ogni giorno.
Ebbene, per comprendere il significato/valore della conversione ci aiuta pure l’espressione di Paolo, allorquando dice: “Prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili”.
Infatti, la conversione consiste nel conoscere giorno dopo giorno quello che è il meglio, quello che in quel momento ci sta chiedendo il Signore. Si tratta di smussare e levigare tutto quello che in noi non è secondo Dio.
Come avviene questo?
Ecco che l’anno liturgico nel suo evolversi, ci aiuta a saper ben leggere ed interpretare quanto ci capita. Lo fa sia direttamente, attraverso la liturgia e la luce della Parola di Dio, e sia indirettamente, attraverso i fatti della vita personale, di famiglia, di chiesa e di mondo sapendoli leggere alla luce della stessa Parola di Dio ascoltata.
Infatti, solo se sapremo leggere e interpretare bene tutto quello che ci capita, ci accorgeremo che il Signore è riuscito a fare grandi cose per coloro che vi hanno corrisposto.
Ecco perché giustamente abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale: “Grandi cose ha fatto il Signore per noi”.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello