Omelia delle domeniche e feste Anno B
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
9 dicembre 2025 * S. Siro vescovo
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AscensioneTesti liturgici: At 1,1-11; Sl 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20
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Non so se a qualcuno possa essere venuto in mente questa idea: “Gli apostoli sono stati più fortunati di noi. Per almeno tre anni, sono vissuti a contatto con il Signore Gesù, facendo esperienze indimenticabili. Solo dopo l’Ascensione hanno cominciato a vivere la nostra attuale situazione, non vedendo più la sua presenza viva!”.
Questo è vero! Ma non significa che non sia presente e vicino a noi!
In quanti modi una persona può essere presente e vicina a noi?
Due possono essere le presenze, c’è quella fisica e c’è quella spirituale.
La presenza fisica è quando possiamo vedere e toccare la persona stessa.
La presenza spirituale è quando, pur non vedendo e non potendo toccare la persona, rimaniamo in relazione e in colloquio con essa, con il vicendevole conforto.
Non avviene forse così, quando stiamo al telefono?
Ecco, in qualche maniera, spiegato il mistero che oggi celebriamo, quello dell’Ascensione di Gesù in cielo!
Siamo tentati di pensare che il Signore, una volta asceso alla destra del Padre, si sia dimenticato di noi, delle nostre situazioni, delle nostre sofferenze.
Dobbiamo, invece, tenere presente le parole che i due uomini in bianche vesti rivolgono agli apostoli: “Perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”.
Verrà! Ma solo alla fine dei tempi, o solo qualche volta nella nostra vita?
No! Verrà quotidianamente. Verrà, sia pure in maniera invisibile, e continuerà a dire e compiere tutto quello che ha detto e fatto nei tre anni di vita pubblica.
Gli apostoli, appena qualche giorno dopo, dal giorno Pentecoste, hanno esperimentato la verità della sua presenza confermata attraverso miracoli e prodigi. Lo aveva garantito: “Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”.
Il testo subito lo conferma: “Essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la parola con i segni che l’accompagnavano”.
In altre parole, il Signore continua ad operare come quando era visibile, attraverso la Chiesa, attraverso i sacramenti della Chiesa, attraverso ciascuno di noi che siamo membri della Chiesa.
Le parole non solo sono state valide per gli apostoli, ma valgono per ognuno di noi.
Non facciamo l’errore di chi crede che Dio si disinteressi di noi, soltanto perché sembra non darci quello che gli chiediamo.
Ogni parola, ogni preghiera ed ogni nostro pensiero viene ascoltato e realizzato secondo i suoi benevoli disegni, nel tempo che solo lui conosce.
Cosa ne segue, allora?
Che alla sua presenza fisica, come detto, subentra quella spirituale, la quale non è meno reale della prima.
Soltanto che adesso, per relazionarsi con lui. è necessaria una cosa molto importante, è necessaria la fede.
Per rapportarsi e parlare con Gesù non è necessario pensare che sia chissà dove. Egli è vicino a noi, vicino alle nostre preghiere, vicino alle nostre situazioni quotidiane.
Basta semplicemente credere nella sua presenza e invocarlo con viva fede. Lo troveremo accanto, per sostenerci nella vita di tutti i giorni: “Verrà allo stesso modo in cui l’avete visto salire in cielo”.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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