Testi liturgici 1Re 19, 4-8; Salmo 33; Ef 4, 30-5,2; Gv 6, 41-51
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Come nella prima lettura di domenica scorsa c’è stata la “mormorazione” dei Giudei contro Dio per mancanza di pane dicendo: “Come può Dio darci pane nel deserto?”.
Così oggi la “mormorazione” è contro Gesù perché ha asserito: “Io sono il pane disceso dal cielo”. Dicevano, infatti: “Se Lui è uno di noi, se è il figlio di Giuseppe, come può dire e fare queste cose?”.
Sappiamo che questo termine “mormorazione” non ha il significato del nostro comune linguaggio, non è la semplice maldicenza. È molto di più. È mancanza di fiducia in Dio, che si manifesta nella non accettazione del suo stile e dei suoi comportamenti, i quali, spesso, sono del tutto diversi dalle nostre logiche e, pertanto, ne consegue in una specie di rifiuto di Lui.
Anche il profeta Elia si sente rifiutato e perseguitato a causa della sua parola e dei suoi miracoli. Minacciato di morte, non riesce a dare senso alla propria vita, fugge dal suo paese e comincia a camminare nel deserto, desideroso di morire.
Una presenza superiore lo conforta e gli dà il cibo. Con la forza di quel pane cammina per quaranta giorni.
Ambedue, sia Elia che Gesù, sono rifiutati, con la differenza che l’uno fugge desiderando di morire, l’altro non fugge e accetta la morte.
Anche noi, spesse volte, potremmo trovarci nella situazione di Elia, in una specie di rifiuto, o di incomprensione (ciò può avvenire tra sposi, in famiglia e tra parenti, nella professione e nel lavoro ecc.). Ci sono momenti in cui sembra di aver fallito la vita con i suoi annessi e a volte si arriva perfino a desiderare la morte.
Tutti sappiamo che il percorso di questa vita è in salita e non ne conosciamo il traguardo.
“Alzati, mangia, - dice l’angelo ad Elia - perché è troppo lungo per te il cammino”. Il testo continua: “Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti”.
È sconvolgente vedere tanti cristiani i quali, con una superficialità senza pari, rinunciano, soprattutto la domenica, al nutrimento della Parola e del Pane di vita.
Come potranno riuscire a superare le difficoltà della vita e camminare spediti verso la meta?
È solo il contatto con Lui, Parola e Pane di vita, che ci darà conforto e coraggio e ci farà capire che è sempre vicino a noi per condivide la nostra esistenza.
Sac. Cesare Ferri, Rettore Santuario San Giuseppe in Spicello