Omelia delle domeniche e feste Anno B
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
8 dicembre 2025 * Immacolata Concezione
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15 Missione apostoli      Testi liturgici Ger 23, 1-6; Sl 22; Ef 2, 13-18; Mc 6, 30-34                                                   
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   Oggi, il discorso e le riflessioni sulla Parola, sono incentrate sui "pastori".

   Nel campo biblico i pastori sono coloro che hanno il compito di guardare e custodire le persone affidate alle loro cure. Tanti tipi di persone sono coinvolte in questo discorso, a cominciare dai genitori, ma, ma nel linguaggio comune ed in special modo, è da interdersi in relazione al papa, ai vescovi e ai sacerdoti.
   Inteso sul livello spirituale, la prima cura è che le persone affidate raggiungano la santificazione e la salvezza.
   Siccome non è un mestiere, ma un servizio fatto per amore, non si può mirare al proprio vantaggio, ma solo al bene delle persone affidate.
   Questi pastori sono rappresentanti dell'unico vero Pastore, che è Dio, e tanto più agiscono efficacemente quanto più sono uniti a Lui. Quando si interrompe questa relazione vitale, si vedono e si raccolgono risultati nefasti; i pastori non sono più in grado di fare le veci di Dio e non realizzano il suo disegno. Di conseguenza pensano solo a sfruttare le persone loro affidate, per i propri interessi, disperdendole e facendo morire il popolo a cui erano stati inviati. 
   Comprendiamo allora quanto abbiamo ascoltato dal profera Geremia: "Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo".
   Comprendiamo anche il seguito: "Ne prenderò direttamente cura e susciterò da Davide un Pastore secondo il mio cuore". Questo pastore buono, unico, vero e fedele, è Gesù Cristo.
   Ovviamente, non sono disabilitati i suoi collaboratori, chiamati con lo stesso  titolo, inviati e continuamente invitati ad imitarlo.
   Il Vangelo oggi ascoltato ci presenta Gesù, come modello, all'opera: "Vide una grande folla. ebbe compassione di loro, perchè erano pecore senza pastore".
  
Notare il termine "compassione": non è semplicemente una emozione passeggera; è l'atteggiamento permanente di Gesù nel vedere lo smarrimento in cui giage l'umanità. Per essa non solo "si mise ad insegnare molte cose", ma, da vero pastore, è stato pronto a dare la vita.
   Quanti, anche oggi, ce ne sono di veramente bravi: vescovi, sacerdoti, genitori, nonni, catechisti, educatori! Purtroppo ci sono anche di quelli che tradiscono questa alta missione, a volte in maniera anche molto grave.
   Come reagire di fronte a questi casi? Si tratta di affrontarli come occasione per l'aumeno della propria fede. Cosa vuol dire?
   Si tratta di schierarsi nella parte giusta.
    Infatti, se la nostra fede manca, se è debole o se non è coltivata, è facile scendere ad uno scandalo sterile, ad una critica distruttrice, ad una condanna senza pietà, magari dicendo "non credo più" che, tradotto, sta a significare: "non ho mai creduto, questa è l'occasione per dimostrarlo".
   Se, invece, c'è una base di fede, la situazione è affrontata positivamente: siamo addoloratissimi,   condanniamo il peccato, coltiviamo la misericordia verso il peccatore, preghiamo per lui, perchè crediamo che il Signore anche dal male sa fare emergere un altro tipo di bene, tra cui l'aumento della nostra fede, l'esercizio della carità e della comprensione, insegnandoci a contare più su di lui che non sulle nostre capacità.
   Cosa ci vuole per raggiungere e mantenere questo atteggiamento?
   Il Signore, oggi, ce lo ha detto, come allora lo ha detto agli apostoli di ritorno dalla missione pastorale: "Venite in disparte e riposatevi un pò"
, cioè: guai se non troviamo momenti per la preghiera ed il contatto diretto con Dio!
   Volendolo tradurre, nel minimo indispensabile, per ogni cristiano: guai se alla domenica non ci si ferma, guai se il periodo delle vacanze non è anche un momento di crescita spirituale!  
  
Senza di questo, c'è il rischio, per tutti, che ogni apostolato ed ogni opera educativa e formativa, diventi solo immagine esterna, ma alquanto vuota di valore per il Regno di Dio.
Sac. Cesare Ferri, Rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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