Omelia delle domeniche e feste Anno C
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
6 dicembre 2025 * S. Nicola
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23 Domenica C La torreTesti liturgici: Sap 9,13-18; Sl 89; Fil 9-10.12-17; Lc 14,25-33
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La prima lettura si apriva con queste parole: “Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare cosa vuole il Signore?”.
Come è vero!
Del resto, avviene anche fra di noi. Chi è in grado di conoscere tutto quello che c’è nel cuore e nel pensiero dell’altro, fosse anche la persona più cara?
Così pure, come facciamo a venire a conoscenza di tutto quello che avviene nel mondo? Come facciamo a conoscere tutta la scienza umana?
È vero che, attraverso i mezzi di oggi, questa ricerca diventa più facile. Basti pensare, ad esempio, al servizio di Google per cui, cliccando una parola, raggiungiamo tantissime notizie, di ogni tipo.
Nel nostro caso, cosa dobbiamo cliccare per conoscere il pensiero di Dio?
Da soli e con i nostri mezzi umani mai ci arriveremmo, se non fosse lui a rivelarcelo.
Questo lo ha già fatto. Infatti, ce lo ha rivelato con la sua parola, scritta nella Bibbia e nel Vangelo; ce ha rivelato soprattutto mostrandoci il suo amore, nel mandare suo Figlio a morire in croce; ce lo rivela continuamente anche attraverso la luce e le ispirazioni che ci mette in cuore, le quali, però e purtroppo, potrebbero passare inosservate.
Per riuscire davvero a conoscere il pensiero del Signore ci vogliono preghiera, silenzio e riflessione, in un impegno quotidiano.
Infatti, le cose che vengono da Dio non si manifestano nella fretta, nella superficialità, nel rumore o nell’ansia.
Sono sempre necessari silenzio e riflessione.
Per portare un esempio, molto banale e pratico, basti dire come certe persone hanno bisogno di tenere televisione, radio e simili sempre accese, magari senza neppure guardare o ascoltare attentamente.
Per quale motivo?
Fatte salve alcune eccezioni, sembra proprio attribuirlo al semplice fatto che il silenzio metterebbe paura, perché spingerebbe a riflettere.
Cosa significa questo?
È segno che non siamo in piena sintonia col il Signore. Chi invece desidera questo, va alla ricerca dei momenti di pace e di silenzio, cerca di appartarsi. E solo in questi casi, almeno per alcuni, l’ascolto di uno sfondo musicale potrebbe accompagnare ed aiutare nella riflessione.
Fatto sta che, in tale comportamento, ci guadagnerebbe pure la distensione fisica e mentale.
Anche il vangelo ci porta a questo, ponendoci delle domande quanto mai appropriate.
Risentiamone una: “Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa?”.  
Si siede, cioè riflette, proprio per non dover sbagliare. Considera tutto e decide di non cominciare l’opera prevedendo di non poterla completare.
Se non c’è la riflessione, neppure possiamo capire e mettere in pratica quanto pocanzi Gesù aveva detto: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre… non può essere mio discepolo”.
A prima vista sembrerebbero parole esagerate.
Ma, a rifletterci bene, cosa significano?
Il Signore vuol farci capire una grande verità: camminare con lui richiede una decisione che abbraccia tutta la vita.
Chi vuol seguire Gesù, deve essere consapevole che questo comporta delle scelte, spesso anche molto coraggiose.
Persino quei legami, che in sé sono buoni e santi, passano in secondo piano, rispetto alla sequela di Gesù.
Certo che il Signore è esigente, ma dobbiamo ricordare che se egli chiede cose grandi, quello che promette è qualcosa di ancora più grande: la gioia della vita eterna con lui.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

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davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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