
Testi liturgici Ez 2, 2-5; 2Cor 12, 7-10; Mc 6, 1-6
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Il tema oggi sviluppato è quello della "opposizione".Se avviene in ogni campo del livello umano (politico, economico, lavorativo...), necessariamente e tanto più avviene in quello della fede e del servizio fatto per amore.
E' avvenuto per Gesù; lo è per chi vuole seguirlo oggi, come lo era stato per i profeti di cui leggiamo nei libri sacri.
Cosa intendiamo per "opposizione"? Che non possiamo aspettarci da tutti il battimano, ma dobbiamo mettere in conto che ci sarà chi si mette contro, chi demolisce, chi calunnia, chi metterà in cattiva luce presso gli altri.
Qui si prescinde dal fatto di una non condivisione per errori e comportamenti sbagliati nostri, cosa che, se condotta con carità da chi giustamente non condivide, il fatto diventa positivo e provvidenziale a nostro vantaggio.
Ora, invece, intendiamo l'opposizione che, a parte quando avviene per pura cattiveria, è mossa:
- sia da pigrizia e disimpegno, per cui, ostacolando il livello di buon comportamento degli altri, si può applicare il detto "mal comune, mezzo gaudio";
- sia, soprattutto, da orgoglio e invidia.
Per Gesù il fatto è avvenuto sin dall'inizio, come abbiamo ascoltato, in un crescendo, sino a portarlo sulla Croce e comincia dai più vicini (parenti e paesani).
Se da una parte c'è lo "stupore" (per la bravura), dall'altra, invece di essere orgogliosamente contenti, c'è la contestazione e opposizione, come a voler dire: chi crede di essere! Non è il figlio del falegname!?.
Tanto che Gesù deve intervenire con la famosa frase "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua".
C'è da fare un'altra considerazione. Ammesso pure che lo avessero stimato per i prodigi, non è questo il riconoscimento che Gesù si aspetta. Egli vuole, sia anche in forza dei prodigi, di essere riconosciuto "Messia ed unico Salvatore": la fede e l'amore a lui non è per quello che ci dà, ma per quello che è, anche se non sempre ci ascolta nelle domande e desideri.
Cosa, questa, avvenuta anche per Paolo, come abbiamo ascoltato. Egli chiedeva la rimozione di una "spina": E Gesù: "Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza".
Non so se noi apparteniamo alla schiera degli oppositori o dei perseguitati dall'opposizione. Certamento siamo in parte nell'una, ed in parte nell'altra.
Per tutti valgono le espressioni lette in Ezechiele: "Ti mando a una razza di ribelli... sono figli testardi e dal cuore indurito".
Che siamo tutti peccatori è fuori dubbio ed è male. Diventa positivo quando riconosciamo il peccato e ci impegnamo a non ricaderci. Qual'è il male peggiore? Quando non lo si vuole riconoscere.
Che fare di fronte a questi che, in certo qual modo, diventano oppositori del bene? Mettiamo in pratica quanto espresso in Ezechiele: "Tu dirai loro: <Dice il Signore Dio>".
In altre parole: Se siamo nella rettitudine, avanti sempre, nonostante qualsiasi cosa in contrario: "Ti basta la mia grazia", ripete il Signore a noi, come a San Paolo.
Sac. Cesare Ferri, Rettore Santuario San Giuseppe in Spicello
Il tema oggi sviluppato è quello della "opposizione".Se avviene in ogni campo del livello umano (politico, economico, lavorativo...), necessariamente e tanto più avviene in quello della fede e del servizio fatto per amore.
E' avvenuto per Gesù; lo è per chi vuole seguirlo oggi, come lo era stato per i profeti di cui leggiamo nei libri sacri.
Cosa intendiamo per "opposizione"? Che non possiamo aspettarci da tutti il battimano, ma dobbiamo mettere in conto che ci sarà chi si mette contro, chi demolisce, chi calunnia, chi metterà in cattiva luce presso gli altri.
Qui si prescinde dal fatto di una non condivisione per errori e comportamenti sbagliati nostri, cosa che, se condotta con carità da chi giustamente non condivide, il fatto diventa positivo e provvidenziale a nostro vantaggio.
Ora, invece, intendiamo l'opposizione che, a parte quando avviene per pura cattiveria, è mossa:
- sia da pigrizia e disimpegno, per cui, ostacolando il livello di buon comportamento degli altri, si può applicare il detto "mal comune, mezzo gaudio";
- sia, soprattutto, da orgoglio e invidia.
Per Gesù il fatto è avvenuto sin dall'inizio, come abbiamo ascoltato, in un crescendo, sino a portarlo sulla Croce e comincia dai più vicini (parenti e paesani).
Se da una parte c'è lo "stupore" (per la bravura), dall'altra, invece di essere orgogliosamente contenti, c'è la contestazione e opposizione, come a voler dire: chi crede di essere! Non è il figlio del falegname!?.
Tanto che Gesù deve intervenire con la famosa frase "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua".
C'è da fare un'altra considerazione. Ammesso pure che lo avessero stimato per i prodigi, non è questo il riconoscimento che Gesù si aspetta. Egli vuole, sia anche in forza dei prodigi, di essere riconosciuto "Messia ed unico Salvatore": la fede e l'amore a lui non è per quello che ci dà, ma per quello che è, anche se non sempre ci ascolta nelle domande e desideri.
Cosa, questa, avvenuta anche per Paolo, come abbiamo ascoltato. Egli chiedeva la rimozione di una "spina": E Gesù: "Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza".
Non so se noi apparteniamo alla schiera degli oppositori o dei perseguitati dall'opposizione. Certamento siamo in parte nell'una, ed in parte nell'altra.
Per tutti valgono le espressioni lette in Ezechiele: "Ti mando a una razza di ribelli... sono figli testardi e dal cuore indurito".
Che siamo tutti peccatori è fuori dubbio ed è male. Diventa positivo quando riconosciamo il peccato e ci impegnamo a non ricaderci. Qual'è il male peggiore? Quando non lo si vuole riconoscere.
Che fare di fronte a questi che, in certo qual modo, diventano oppositori del bene? Mettiamo in pratica quanto espresso in Ezechiele: "Tu dirai loro: <Dice il Signore Dio>".
In altre parole: Se siamo nella rettitudine, avanti sempre, nonostante qualsiasi cosa in contrario: "Ti basta la mia grazia", ripete il Signore a noi, come a San Paolo.
Sac. Cesare Ferri, Rettore Santuario San Giuseppe in Spicello