Omelia delle domeniche e feste Anno A
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
15 dicembre 2025 * S. Ireneo martire
itenfrdeptrues

Via Verità e VitaTesti liturgici: At 6,1-7; Sl 32; I Pt 2,4-9; Gv 14,1-12
Per il documento: clicca qui
Abbiamo ascoltato: “I discepoli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove”.
Anche noi siamo soliti mormorare? Quale tipo di mormorazione facciamo?
Ci sono tre tipi di mormorazione: una cattiva, un’altra meno buona, la terza necessaria, doverosa e utile.
La prima è quella che viene da un cuore cattivo, un cuore senza carità e comprensione, un cuore senza misericordia, un cuore peccaminoso e triste che proietta e scarica le proprie colpe sugli altri.
Questa specie di mormorazione è proprio diabolica.
La seconda è quella che viene da un cuore non cattivo, ma neppure buono. Un cuore che non vive pienamente la carità e a cui non interessa il bene dell’altro. Non si affligge per i peccati del prossimo, però ne parla. Non si pone il problema di come si possa intervenire per aiutarlo. Parla senza risolvere e costruire nulla, parla solo per eccessiva superficialità.
È una mormorazione che, come si suole dire, non porta danno a nessuno, però neppure fa il bene. Noi, invece, siamo chiamati a fare il bene, e mai a perdere tempo in chiacchiere inutili.
La terza è quella necessaria, doverosa e utile. Doverosa, nel senso che si devono costatare certe situazioni di male; necessaria per poter cambiare certe situazioni; utile in quanto non ci si ferma a parole sterili, ma, parlandone con chi di dovere o con chi può fungere da intermediario, si cerca di risolvere quello che non va.
Sotto questo profilo, quella dei discepoli di lingua greca è stata utile e costruttiva. Infatti, gli apostoli sono intervenuti e hanno risolto la questione.
Noi abbiamo questo cuore e questa finalità quando parliamo degli altri?
Il racconto degli Atti ascoltato, che ci riporta agli inizi della primitiva comunità cristiana, mostra come la Chiesa inizia a organizzarsi e a strutturarsi, con l’istituzione dei diaconi.
La Chiesa
deve continuamente organizzarsi e strutturarsi perché la sua azione nel mondo sia davvero efficace.
In ogni comunità cristiana sono necessari presbiteri, diaconi, accoliti, lettori, animatori del canto, catechisti, operatori caritas, e così via.
Spesse volte anche verso di loro sono rivolte le critiche dei cristiani che frequentano la chiesa.
Ci domandiamo: sono interventi che aiutano a migliorare o sono solo critiche demolitrici?
È facile puntare il dito sugli altri. D’altra parte, dice un proverbio: “chi fa sbaglia”.
Ma chi non fa nulla sbaglia ancora di più.
Noi cosa facciamo?
Se non facciamo la nostra parte, con quale coraggio guardiamo quella degli altri?
Aiutino, ad una categoria e all’altra, e senza commento, le appropriate parole di Pietro: “Onore a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo e sasso d’inciampo, pietra di scandalo”.
Sac. Cesare Ferri rettore Santuario San Giuseppe in Spicello

facebook

"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

Visite agli articoli
3730618

Abbiamo 280 visitatori e nessun utente online