Arca di NoèTesti liturgici: Is 2,1-5; Sl 121; Rm 13,11-14; Mt 24,37-44
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Se, in questo momento, ponessi una domanda a ciascuno di voi per sapere cosa inizia oggi, la risposta sarebbe: “Inizia l’Avvento”.
Niente da dire.
E alla domanda a cosa serve l’ Avvento, la risposta sarebbe: “È il tempo che ci prepara al Natale”.
Anche qui, a prima vista, niente da dire: è vero. Eppure c’è da aggiungere qualcosa.
Per meglio capire, uso una similitudine.
È come se al mattino chiedessi: “Cosa comincia oggi?”. La risposta sarebbe: “Comincia una nuova giornata”. Niente da dire.
Ma a che serve?
La risposta sarebbe: “Serve per essere utilizzata”.
Bene! Quindi non bisogna sprecarla; bisogna lavorare e compiere il proprio dovere, di modo che a fine giornata si possa dire con soddisfazione: “Sono contento! È stata una bella giornata; non l’ho sprecata, mi è stata utile, ho fatto qualcosa di buono, me la sono guadagnata; ora posso andare a riposare tranquillo!”.
Analogamente, non possiamo sprecare questo tempo di Avvento, pena di non fare un buon natale o farlo solo in maniera pagana e consumistica.
La parola di oggi ci ha detto che, per non sprecarlo, ci sono alcuni adempimenti.
Lo abbiamo ascoltato: “E’ tempo di svegliarvi dal sonno”.
Ed ancora: “Vegliate, perché non sapete in quale giorno verrà il Signore”.
E poi ha proseguito: “Se il padrone di casa sapesse in quale ora viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa; perciò anche voi tenetevi pronti”.
Cosa significa questo vegliare e questo tenersi pronti?
Sta nel non far passare inutilmente la venuta e la presenza di Gesù.
Pertanto, non si tratta solo di festeggiare la memoria della sua nascita il giorno di Natale, ma sta nell’incontrarlo e accoglierlo tutti i giorni.
Infatti, non dobbiamo dimenticare che le venute di Gesù sono tre: quella di duemila anni fa, allorquando si è fatto uno di noi, nella umiltà della natura umana; quella che avverrà alla fine dei tempi, e che sarà gloriosa.
La terza è quella di tutti i giorni: è meno visibile, ma è quella che ci interessa. Si tratta di esserne consapevoli, si tratta di saperlo incontrare.
Questi incontri quotidiani con Gesù servono per non perdere le ricchezze portateci nella sua prima venuta, e per essere ben preparati ad incontrarlo in quella finale.
L’Avvento ci invita e ci aiuta in questo.
Altrimenti saremmo dentro gli episodi evangelici: “Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo… mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla, finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo”.
Vediamo, in questo episodio biblico, due categorie di persone.
Quelle appartenenti alla famiglia di Mosè. Esse sono attente ai segni del tempo, ascoltano e accolgono la parola del Signore; quelle che appartengono alla categoria dei disattenti e dei distratti. Cosa ne segue? Le prime si salvano, le altre si perdono.
La stessa cosa è ribadita con altre espressioni analoghe: “Due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata”.
Pertanto, Gesù sottolinea: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore verrà”.
Non possiamo essere distratti, dobbiamo imparare ad essere riflessivi. Riflessivi non solo per i nostri progetti, ma anche per quelli di Dio.
Dobbiamo essere consapevoli di una cosa: che il Signore viene, non solo quando meno ce lo aspettiamo, ma anche in un modo che, spesso, potrebbe scombinare i nostri piani e i nostri progetti.
Pertanto, la domanda: Siamo capaci di far entrare Gesù nella nostra vita, permettendogli di fare tutto quello che vuole in noi e attorno a noi, anche a costo di farci rovinare i piani che abbiamo fatto con tanta accuratezza?
Si tratta, in conclusione, di essere più riflessivi; si tratta di riflettere su quello che continuamente il Signore ci comunica in due modi: attraverso la sua Parola, attraverso i fatti lieti e tristi di ogni giorno, tutto da leggersi con la chiave che ci offre il Signore stesso.
Solo così sarà un buon avvento! Solo così sarà un buon natale! 
Sac. Cesare Ferri, rettore Santuario san Giuseppe in Spicello