Lo spirito guideraEsercizi Spirituali 2015
Rilessione dettata a famiglie
che il rettore Sac.Cesare Ferri ha svolto in San Giovanni Rotondo nei giorni 04-07 giugno
Quarta riflessione
LO SPIRITO DI VERITA' CI GUIDA
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Lo Spirito Santo è nostra guida
Abbiamo ascoltato: “Se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito”.
Il termine “Paraclito” comprende un insieme di qualifiche.
La principale, quella di “Consolatore”, cioè colui che dà la forza per fare il bene e la capacità per evitare il male.

Poi quella di “Difensore”, cioè colui che dà luce per conoscere la verità, per rendersi conto di quello che è bene e di quello che è male. In tale senso diventa l’“Avvocato” difensore di Gesù, che è la “Verità” in persona, come vedremo meglio in seguito.
È anche chiamato “Intercessore”, cioè colui che svolge, a nostro favore, la funzione di intercedere presso il Padre, perché abbia pietà di noi e non sia resa vana la sua misericordia nei nostri confronti.
È chiamato pure “Santificatore”, cioè che colui che interviene sempre a compiere la sua opera, quella di farci crescere nell’amore, se glielo permettiamo.
Gesù lo definisce, soprattutto, il “Consolatore”, intendendo colui che, dandoci la forza di fare il bene, non ci lascia prendere dalla tristezza e dallo scoraggiamento, anche quando sembrano mancare le sue consolazioni umane. Infatti, sappiamo bene, che nella vita ci sono alternanze di situazioni; a momenti di luce, spesso subentrano momenti di oscurità.
In un altro testo Gesù dice: “Ora vado, però vi manderò un altro Consolatore”.
Non è da intendersi che tale Consolatore sostituisca Gesù, ma viene a continuarne l’opera.
In altre parole, dice Gesù, egli “sarà con voi” (per continuare la mia opera); “sarà presso di voi” (come compagno di sostegno per vivere la mia Parola); “sarà in voi” (come energia interiore e come assicurato dalle sue parole: “Ricevete forza dallo Spirito Santo”).
Non avvenga in noi quello che è capitato ai discepoli, per cui Gesù è stato costretto a rispondere: “Perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore!”.
Cosa aveva detto?
Gesù aveva asserito che il suo messaggio avrebbe provocato persecuzione e morte: “Viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio”.
Persecuzione è anche subire ogni sorta di malevolenza, attraverso denigrazioni, calunnie, maldicenze, contrarietà, emarginazione ed isolamento.
Questo non tanto da nemici esterni, ma soprattutto – ed è quello che maggiormente fa soffrire – da “gente di famiglia e di casa”. Sono gli altri cristiani, gli altri parrocchiani, gli altri membri dell’Istituto; facilmente potrebbero essere gli stessi familiari e parenti di sangue.
Fra quelli citati risaltano soprattutto i “tradizionalisti” (che vedono come sconvolte le loro buone abitudini) e gli “arrivisti” (che sono presi da invidia per vedere compromesse certe loro mete).
Da una parte, in particolare i primi, sono “scusabili”, per il fatto che “credono di rendere culto a Dio”, ma dall’altra parte certamente sono in errore: commettono il peccato di essere chiusi allo Spirito Santo.
Noi, allora, che viviamo sotto lo Spirito Consolatore, possiamo essere tristi?
Vivere nella sofferenza, sì; però mai essere tristi, senza speranza. Non siamo soli, il Signore è con noi! Non c’è da temere nulla! Lo Spirito Paraclito è sempre pronto a rafforzare la nostra fede e a renderci abili per una testimonianza coraggiosa.
Come è importante invocarlo spesso!
Gli ambiti in cui lo Spirito Santo è guida
Gesù afferma: “E’ bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito”.
In tale senso la nostra fede deve fare il salto di qualità, cioè deve passare dalla conoscenza di Gesù “secondo la carne” (prossimità fisica), al conoscere Gesù “secondo la fede” (intimità spirituale), come abbiamo meditato nella precedente riflessione.
Lo Spirito continua la presenza spirituale di Gesù.
Tre sono gli ambiti, nei quali lo Spirito funge da “avvocato” difensore di Gesù.
Infatti, il linguaggio di Gesù allude ad un processo, in cui l’imputato è lui stesso che è condannato a morte come malfattore e come bestemmiatore.
Ciò è avvenuto per colpa sua o per colpa nostra?
In realtà lui è senza colpa, però si è fatto colpevole caricandosi i nostri peccati.
Lo Spirito Santo, guidandoci alla verità, griderà al mondo la verità stessa. Ecco le parole di Gesù: “Quando sarà venuto – lo Spirito Santo - dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia, al giudizio”.
1. Gesù denuncia il nostro peccato di incredulità, con queste parole: “Riguardo al peccato perché non credono in me”.
Siamo compresi, in questo peccato, anche noi? Certo!
I veri nemici di Gesù non sono quelli che dicono di non credere. Sono quelli che, pur dicendo di credere, di fatto non credono e non lo amano perché non fanno quello che lui chiede. È l’incredulità di chi è convinto di credere, ma che di fatto non si tiene aperto al mistero di Dio, alla luce dello Spirito Santo.
Sono anche quelli che, pur appartenendo all’ISF, non credono sul serio all’Istituto stesso.
Infatti, pur partecipando agli appuntamenti, di fatto nella vita quotidiana non si distinguono dagli altri, non manifestano il “di più” di grazia ricevuta, non sono aperti alla maniera di Paolo al mondo intero; di conseguenza giungono a dire che non ricevono più nulla da esso; trovano di meglio frequentando altri gruppi o impegnandosi in parrocchia o altrove, non tanto come servizio secondo lo spirito evangelico, quanto per distinguersi e rimanere in primo piano.
In altre parole non credono che l’ISF è un dono di Dio, non tanto con la testa, ma con il cuore e con la pratica, nella quale non conta l’apparire, ma l’essere.
2. Gesù denuncia il nostro peccato riguardo alla giustizia, con queste parole: “Riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più”.
Lo Spirito ci convincerà che il passaggio di Gesù in questo mondo ha avuto lo scopo di inaugurare la “nuova” giustizia. Essa è la misericordia di Dio. Gesù, con la sua morte, ci ha liberati gratuitamente dalla condanna.
Quindi, in maniera paradossale, potremmo dire che i peccatori sono più vicini a Dio dei giusti. È il campo di battaglia di Papa Francesco, è lo scopo dell’imminente anno giubilare.
Come sappiamo, Satana - lo Spirito del male - interpreta a suo favore le parole del Papa e fa dire ai suoi seguaci che certi peccati non ci sono più.
Attenzione! La misericordia è solo verso il peccatore, il peccato è sempre condannato. Ricordiamo le parole di Gesù all’adultera: “Nessuno ti ha condannata? Neanche io ti condanna, va e non peccare più”.
3. Gesù denuncia il nostro peccato riguardo al giudizio, con queste parole: “Riguardo al giudizio perché il principe di questo mondo è già condannato”.
In altre parole, con l’opera compiuta da Gesù, il mondo è salvato ed il demonio è vinto e condannato definitivamente.
Però lungo i secoli, quando più e quando meno, gli è concesso un margine di azione con cui cerca di conquistarsi le anime; ed ecco le tentazioni che si presentano sotto diversi profili, e talmente camuffate che non sembrerebbero tali.
Lo Spirito Santo aiuta a smascherare queste tentazioni e a vincerle.
Oggi le tentazioni più pericolose, da parte sua, sono due: il farci credere che egli non esiste, e che comunque non ci disturba più di tanto; il farci perdere il senso e la coscienza del peccato, per cui il peccato non è quello oggettivo, come denunciato da Gesù e dalla Scrittura, ma quello che secondo noi è tale.
Sappiamo che proprio per lo stesso motivo sono caduti Adamo ed Eva: “Perché non mangiate il frutto?... Non è vero che….”
La missione dello Spirito Santo, oltre ad aprire il cuore del credente, consiste nel far penetrare in lui la Verità, ossia la Parola, la rivelazione divina di Gesù: “Vi guiderà a tutta la verità”.
Non aggiunge niente all’annuncio di Cristo. Le numerose cose che i discepoli devono ancora sapere non sono altri punti di dottrina da aggiungere a quelli di Gesù, ma riguardano la comprensione piena della sua persona e del suo messaggio.
Gesù è l’ultima e definitiva parola del Padre, che in Lui ha detto tutto, come leggiamo: “Tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi”.
Gesù ha detto che è Lui la pienezza della rivelazione, ma non tutto è subito comprensibile per i discepoli. Sarà lo Spirito Santo a far penetrare maggiormente il mistero di Cristo.
Quando Giovanni dice la frase citata (vi guiderà a tutta la verità), afferma due cose molto profonde e centrali.
Il cammino di maturazione della fede è un cammino cristologico, cioè porta alla conoscenza più profonda di Gesù; ed è un cammino di sequela di Gesù, non tanto nel senso di seguirlo, ma in quello di entrare in una intimità, o – come direbbe l’Alberione - in una “cristificazione” con un rapporto sempre più solido.
Dice ancora: “Non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito”.
Lo Spirito non aggiunge nulla di nuovo, perché dirà tutto ciò che avrà udito, suscitando e rafforzando la fede in Cristo e illuminando di nuova luce la rivelazione già attuata Gesù, il quale a sua volta non ha fatto altro che ridire ciò che aveva udito dal Padre.
Da questo emerge chiaramente come il Figlio sia in perfetta sintonia con il Padre e che lo Spirito lo sia con il Figlio.
Scendiamo al concreto
Se il cuore è abitato veramente dallo Spirito, comprendiamo che siamo chiamati a stare lungo la strada di questo mondo con uno stile ben preciso: con dolcezza e rispetto.
Mai urlando, neanche le cose di Dio. Mai offendendo. Mai brandendo la fede come fosse una spada. Mai con declamazioni ipocrite, ma con una vita che ha il gusto del vangelo. Questo restituisce gioia nei luoghi dove viviamo.
Pertanto, se ci lasciamo impregnare dallo Spirito di Gesù, dal suo modo di vivere, dal suo modo di amare, noi diventiamo la dimora di Dio in mezzo agli uomini, diventiamo storia sacra, come detto in altra riflessione. 
Lo si dovrebbe poter dire di tutti. Una dimora mobile, itinerante, proprio come lo era stata la tenda della presenza di Dio mentre accompagnava il cammino di Israele nel deserto e come lo è stato Gesù per le strade della Palestina.
E’ vero! Lui se ne è andato, ma la sua presenza non viene meno grazie a coloro che si lasciano animare dal suo Spirito.
La testimonianza della sua presenza, il segno che lo si ama davvero, è legato ai gesti di chi ha attenzione per chiunque, al gesto di chi ha cura di una ferita, al gesto di chi ha occhi per la stanchezza dell’altro, al gesto di chi sta nella vita con passione, con disponibilità, con il cuore e non con il calcolo.
Vieni Santo Spirito, con la tua presenza tutto sarà rinnovato!