Cosa abbiamo fatto per lui in santuario
"Vieni al Padre, fonte di Misericordia"
7 dicembre 2025 * S. Ambrogio vescovo
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Lamera ingresso cappella particolare
Si riporta un articolo pubblicato a suo tempo


Il santuario di San Giuseppe ricorda don Lamera a 10 anni dalla morte

Sono passati già dieci anni dalla morte di don Lamera e ci sembra quasi ieri quando insieme a Roma ci siamo ritrovati per l’estremo saluto. Ma l’affetto che portiamo non ci fa dimenticare questo “Padre spirituale” al quale tutti dobbiamo moltissimo.
I più anziani, quelli che lo hanno conosciuto, in molti forse gli devono addirittura la salvezza del proprio matrimonio. Tutti gli dobbiamo, anche chi non lo ha personalmente conosciuto, la gratitudine per esserci accostati a ricevere questo dono (intuizione del Beato Alberione) così com’è oggi perché è passato attraverso il dono degli ultimi anni della sua vita spesi senza risparmio: il dono della Consacrazione di Coppia, grazia per se, per i propri figli e per la Chiesa.

Noi dell’ISF che siamo vicini al santuario di san Giuseppe sentiamo di avere un debito in più visto che don Stefano lo ha aiutato a nascere e a crescere, ad amare ed apprezzare,

Abbiamo organizzato tre sere ed una giornata conclusiva, dal 22 al 25 aprile, attraverso la preghiera, parole, immagini e testimonianze.

Ha iniziato il Rettore don Cesare Ferri con: Don Lamera e san Giuseppe. Ha intercalato citando frasi e scritti di don Stefano alle quali si sono aggiunte delle immagini video registrate in cui veniva presentata la sua devozione al santo e il suo sostegno allo sviluppo del santuario da lui voluto e da lui definito Colle e Casa di san Giuseppe in cui il Capo della Santa Famiglia ospita i suoi membri e al quale non dobbiamo andare da san Giuseppe solo con devozione ma con amore di figli.

Hanno testimoniato mons. Giorgio Spinaci parroco di san Giorgio (PU) e appartenente all’ IGS, dichiarando come ancora goda nel suo ministero della benefica guida spirituale dopo aver goduto della calda accoglienza personale, ed una coppia di sposi dell’ISF Luciano e Laila Tontarelli comunicandoci la gioia che provavano insieme ai loro sei figli quando lo ospitavano.

Nella seconda e la terza serata ha offerto il suo contributo don Francesco Todaro collaboratore prima nella conduzione dell’Istituto Gesù Sacerdote e Santa Famiglia poi suo successore come Delegato.

Per necessità dobbiamo sintetizzare le ampie relazione offerte le due sere alla nostra attenzione.

Don Francesco nel presentarci l’amore smisurato di don Stefano alla Madonna, ci ha ricordato le meditazioni di quando don Lamera metteva in relazione Maria alla SS. Trinità, Maria come madre del Verbo, che la Carne di Cristo è carne di Maria e del nostro coinvolgimento nella comunione Eucaristica. Ci ha letto anche una bellissima preghiera dedicata alla Madonna, che lui chiamava sempre “la mia mamma”, tratta da un notes autografo e redatta il17 maggio 1997, cioè pochi giorni prima di morire.

L’ultimo appuntamento serale è stato dedicato ai rapporti di don Stefano coi sacerdoti e le famiglie.

Anche in queste sere spezzoni di DVD con immagini registrate che nel rivederle scaldavano ancora il cuore per la ricchezza dei contenuti e la semplicità dell’esposizione.

Altre testimonianze inedite da don Gualfardo Innocenzi parroco Della Madonna Ponte in Fano (PU) e la sorella di don Lamera, la signora Angela che ci ha presentato alcuni momenti particolari che hanno coinvolto don Stefano con la propria famiglia e con lei; l’ultima sera è stata la volta di don Marco Mascarucci parroco di Piagge (PU) e don Nicola D’Amico parroco di Montefalcone (CB) ed Ennio Tomassini di Fano.

Bellissima la giornata conclusiva, giornata di grande festa a cui hanno partecipato famiglie e sacerdoti provenienti oltre che da tutte le Marche, dalla Romagna, dal Veneto, dalla Toscana, dall’Umbria, dal Lazio, dall’Abruzzo e dal Molise.

Le lodi sono state presiedute e poi seguite dalla meditazione di Mons. Antonio Cerrone, già Vicario Generale della diocesi di Trivento. Con il suo stile semplice ma ricco di contenuti, intercalato da battute od episodi pertinenti che suscitavano sorriso ma che tenevano alta l’attenzione, ci ha fatto gustare i doni che si racchiudevano nella persona di don Stefano Lamera, l’uomo, il sacerdote, il paolino e il padre. Mentre ne tratteggiava la personalità tutta l’assemblea non si stancava di ascoltare anzi lo sollecitava a proseguire. A tutti ha invitato non solo ad apprezzare la sua accogliente e calda umanità ma raccogliere e ravvivare l’eredità spirituale di questo sacerdote, soprattutto ad imitarlo e a non smarrirci perdendo il dono della vocazione al quale ci ha avviato per amore della SS. Trinità, di Maria SS. e san Giuseppe, di san Paolo Apostolo e verso ciascuno di noi consumando tutta la sua vita.

La concelebrazione eucaristica è stata presieduta da don Nicola D’Amico ed è stato un “rendimento di grazie” veramente sentito e partecipato.

Suor Maria delle Figlie di san Paolo di Ancona ha salutato tutti a nome della congregazione in quanto stanno per lasciare la città.

Il pranzo, un agape che ha visto la presenza di tanti sacerdoti come non accadeva da diverso tempo, gruppi di famiglie nella sala, nei gazebo retrostanti e sparse nei prati.

Don Elio Benedetto con un suo concerto di canzoni ispirate alla Beata Madre Teresa di Calcutta, un nuovo apostolato in cui si sta cimentando da poco tempo, ha animato il primo pomeriggio coinvolgendo anche l’assemblea.

La “liturgia della famiglia” si è celebrata nel campo sportivo dove con i giochi preparati da Silvia e Federico, Gigi e Catia, si sono confrontati grandi e piccoli, genitori e figli.

Don Lamera certamente sorrideva guardando queste famiglie in festa insieme ai sacerdoti, all’ombra del santuario di san Giuseppe, perché se si trovavano lì era dovuto sì al Signore ma anche per aver conosciuto lui, e speriamo e preghiamo tenacemente perchè presto si apra la sua causa di beatificazione.

Il nostro grazie a tutti i partecipanti e a quelli che più o meno visibilmente con il loro sacrificio hanno permesso di godere di questo appuntamento.

San Giuseppe e don Lamera non se ne dimenticheranno di certo.

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"... io piego le ginocchia
davanti al Padre,

dal quale ogni paternità
nei cieli e sulla terra." (Ef. 3,14-15)

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